Mi vengono in mente decenti ragioni per
le quali non dovrei indulgere nella pratica del bilancio di fine
anno, alcune di queste hanno a che fare con meccanismi psicologici tutti miei sui quali neppure uno psicanalista particolarmente entusiasta avrebbe voglia di
indagare. Figuriamoci io.
Quel che segue infatti non è un bilancio, è solo un insieme di cose buttate lì più o meno a cazzo, tu chiamale se vuoi impressioni, ma anche no. Escludendo, giocoforza, faccende serie o
nobili o altrimenti meritevoli, e cose pur belle che però non mi riguarderebbero direttamente, o meno belle che qui sarebbero fuori luogo, resta quel che segue, quindi butto lì:
il 2012 è stato l'anno in cui ho
iniziato a frequentare la palestra, e seriamente; quando dico
seriamente intendo che, dopo un inizio rabbioso e svogliato, mi sono ritrovato a
fine anno ad andarci ogni! santa! sera! - week end esclusi - con una ostinazione che la dice
lunga sul mio senso della misura. Lo sforzo mi ha ripagato con
qualche risultato e un bel po' di tempo libero in meno;
durante il quale, diversamente, oltre a coltivare i miei interessi, avrei
inevitabilmente dato fondo alla mia viscerale necessità di meditarmi
addosso, con esisti non sempre edificanti;
il 2012 è stato l'anno in cui ho
potuto contare il maggior numero di tentativi – ovviamente falliti
– di smettere di fumare. Non c'è stato mese in cui non abbia, in
un modo o nell'altro, tentato di vincere la mia odiosa dipendenza, le
ho provate tutte; ne parlavo in questo post esattamente un
anno fa e ancora continuo a provarci: scrivo con un
transdermico di nicotina incollato al petto e un pacchetto da dieci
nascosto non troppo lontano, come lo sporco segreto che in effetti è;
il 2012 è stato l'anno in cui sono
andato al cinema meno spesso, rispetto agli ultimi quattro o cinque
anni. Colpa della palestra, immagino. Ho sorvolato su titoli
attraenti come The Amazing Spider-Man, Il cavaliere oscuro - Il ritorno, The Bourne Legacy, Lo Hobbit, anche
se, a leggere qua e là, si direbbe che in qualche caso non mi sia
perso granché. Se
dovessi dire quale film mi è piaciuto di più, scegliendo tra i
pochi che ho visto al cinema, non potrei non citare Battleship.
D'accordo, si tratta di una
rumorosa spacconata, non è epico come Armageddon (niente lo sarà mai più), né stimolante e originale come Inception, e
non passerà certo alla storia
del cinema ma guardandolo me la sono spassata come non succedeva da
anni, forse dai tempi di Planet Terror. Al secondo posto si piazza Killer Joe, e no, non è solo per la patata di quella gran patata della Gershon;
nel 2012 sono
riuscito a mandar giù il maggior numero di libri, tra audio e
non, rispetto agli anni passati. Tra gli altri ho scoperto
Carver, e ci sto lavorando. Sto anche cercando di affezionarmi ad Hemingway ma procedo lentamente. A parte questo, volendo assegnare un primo premio, citerei senza dubbio La camera azzurra di
Simenon. Al secondo posto il ben diverso e più lungo Inseparabili di
Piperno, il quale mi ha fornito spunti interessati. Consigliatissimi
entrambi. Visto che siamo in ambito fiction non stonerà
piazzare qui la mia indiscussa preferenza per Anna Karenina, quale personaggio di
fantasia più affascinante nel quale mi sia imbattuto, col mio solito ritardo, nel corso di
questo 2012;
il
2012 è stato l'anno in cui a Lucca Comics ho speso di meno in assoluto (sotto i 150 euro), non
solo per giustificate ragioni economiche: non saprei dire, sento che
tra me e il fumetto si sta creando una distanza, spero sinceramente
che sia una cosa passeggera. Forse è solo la crisi dei (quasi)
quarant'anni. Ad ogni modo a parte l'ultimo libro di Zerocalcare e il quinto volume di Empowered, mi sono limitato quasi esclusivamente a validi contenuti di carattere erotico. Inoltre direi che è stato l'anno in cui m'è parso di vedere in giro le cosplay
più sexy: tra il film di Nolan e quello di Anderson, per esempio, c'erano più Catwoman e Alice di quante riuscissi a contemplarne, Dio le
benedica. Le ragazze con un bel culo così carine dovrebbero indossare pelle nera
e latex tutti i santi giorni, dico io;
il
2012 non è stato
l'anno in cui ho iniziato a dipingere ma è stato quello in cui ho
portato a termine alcuni dipinti, (ne ho parlato qui e qui) scoprendo con sollievo che non era
tutta fatica sprecata. Pur tra alti e bassi posso sperare di ottenere, sgobbandoci su con
un minimo di determinazione risultati incoraggianti. Per me è una
bella soddisfazione, soprattutto alla luce degli scarsi progressi in
altri settori;
il
2012 è stato l'anno in cui ho visto Londra (ne accennavo qui), per il momento la meta
più lontana e più a nord che abbia mai visitato. E' stato un bel
viaggio, non ne ho ancora mai parlato in dettaglio ma conto di rifarmi, prima o
poi. Alloggiavamo a Camden Town, per la mia ignoranza, sul momento, un posto come
un altro; è in realtà una zona più che significativa della città. E tanto per restare in ambito letterario - con l'unico scopo di darmi un tono - aggiungo che solo in seguito lo avrei riconosciuto come il
luogo in cui dimorava Cayce Pollard e - sia pure più di
quarant'anni fa - Serena Frome; sticazzi, direte voi, e non potendo darvi torto, passerei ad altro;
il 2012 sarebbe
dovuto essere l'anno in cui stabilire una volta per tutte cosa fare
da grande e soprattutto dove farlo, geograficamente parlando.
Storia lunga. Inutile dire che da questo punto di vista non mi sono
mosso di un passo;
il 2012 è stato l'anno in cui Belen Rodriguez ha disceso la scalinata dell'Ariston con uno spacco vertiginoso e il più bel tatuaggio che io abbia mai visto. Rimango pur sempre un ragazzo semplice, grazie Belen!
* * *
Ci sono state
senz'altro cose memorabili, in questo 2012, ma anche altre da
dimenticare, ed è quello che succede più o meno tutti gli anni. Si potrebbe
parlare di bicchieri mezzi pieni o mezzi vuoti ma la realtà è che
il 2012 è roba vecchia, una bottiglia di liquore ormai vuota. E
tutto sommato non credo che mi mancherà.
P.S. E' stato anche l'anno in cui ho scritto di meno nel blog (i numeri sono ingannevoli, durante il 2012 ho cancellato un fottio di post degli anni scorsi), ma anche l'anno in cui ho tirato giù il post con maggior numero di link (quello che avete appena letto).
P.P.S. il 2012 sarebbe dovuto essere l'anno della fine del mondo; guardate, la verità è che non ci ho sperato nemmeno per un istante. Altro che apocalittici.
Le immagini sono tratte dal film 2012, di Roland Emmerich, naturalmente.
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